The Good, The Bad and The Ugly in NBA Fashion, Ep. 2 Il meglio e il peggio visti ogni settimana sulle passerelle dell'Association

“Chiunque abbia detto che i soldi non fanno la felicità è perché non sapeva dove andare a fare shopping” – Bo Derek

La settimana scorsa vi ho parlato di quanto sia diventato “fashion” il basket NBA. Per ora non siamo ancora ai playoff, però diciamo che molti giocatori stanno già dando il meglio di sé. Nel precedente articolo vi ho parlato di chi iniziò a cambiare un po’ le regole del “dress code” durante l’arrivo al palazzetto per la partita e ormai, si sa, le telecamere arrivano ovunque. Prima però, ne passava una ogni tanto negli spogliatoi sulla rete americana, ma mai da quest’altra parte dell’oceano a causa dei pochi minuti a disposizione sul palinsesto. Un volta beccai Andre Miller, che mi colpì molto con il suo stile. Crescendo a Los Angeles vestiva un po’ “come cazzo je pareva”, tutto molto oversize, con tanta materia Hip-Hop nelle tasche.

 

The Good

Andre Iguodala con il suo doppio capotto… Iggy, Iggy, IGGY!!! Ma dai! Ho capito che a Minneapolis fa freddo, però! Il “dad goal” di J.R. Smith. Okay che con Supreme New York siamo “pappa e ciccia” però ogni tanto ci sono dei limiti. Ma avete ragione, perché il ragazzo con il tattoo “Through the Fire”, di limiti ne ha mai visti. Sul look di Carmelo Anthony ci sono varie scuole di pensiero. Per me spacca, per mia madre e la mia tipa assolutamente e categoricamente No. Voi che ne pensate?