The English Football Diary - E04: Arsenal – Leicester 3.219,09 chilometri, 4 partite, un diario del calcio britannico

“Mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente, senza pensare al dolore o allo sconvolgimento che avrebbe portato con sé.”

Lo scriveva Nick Hornby, tifoso dell’Arsenal, nell’incipit di Fever Pitch, nella versione italiana Febbre a 90’, romanzo autobiografico uscito nel 1992. 

Islington è un quartiere nel nord di Londra e se sei nato e cresciuto qui, o se da piccolo tuo padre il sabato ti portava ad Highbury invece che al parco, ecco, il calcio fa parte di te e l’Arsenal è la tua famiglia. La fermata della metro è appunto Arsenal, camminavi per quattro minuti ed arrivavi ad Highbury. Ora ne bastano tre ed arrivi al nuovo Emirates. Facile no? Quasi banale. Ma basta mettere un piede fuori dalla metro per essere catapultati nella Londra vittoriana delle piccole case in mattoni rossi, tutte uguali, con il comignolo sulla destra e solo un minimo di spazio vitale nella parte anteriore. Se poi quel giorno l’Arsenal gioca in casa, il percorso è facilmente segnato dalle innumerevoli bancarelle che riempiono la strada rendendola ancora più stretta, quasi claustrofobica, costringendoti a far parte di quella famiglia che ti prende e ti porta per mano allo stadio, facendoti subito sentire un Gooner.

“Non è facile diventare un tifoso di calcio, ci vogliono anni. Ma se ti applichi ore e ore entri a far parte di una nuova famiglia. Solo che in questa famiglia tutti si preoccupano delle stesse persone e sperano le stesse cose. Cosa c'è di infantile in questo?”

Febbre a 90’, 1997