
Preds and Becks: cuoio e leggenda La storia di David Beckham e di come le sue iconiche adidas Predator sono arrivate a definirlo
Nel mondo delle scarpe da calcio, la Predator di adidas è un'icona tra le icone. Dal loro lancio, 26 anni fa, sono state indossate da una serie di superstar mondiali, da Zinedine Zidane ad Alessandro Del Piero. Ma nessuno le ha indossate in modo così elegante e fedele come David Beckham. Dalla release della prima Predator fino all'ultimo pallone che ha calciato da professionista, si è impegnato a giocare per un solo marchio e un solo stile. La sua intera carriera è stata definita da quello specifico modello.
Tutto è iniziato a Sydney. L'ex centrocampista del Liverpool, Craig Johnston, stava allenando una squadra giovanile su come fare il curl con la palla. Johnston ha chiesto ai ragazzi di immaginare che le loro scarpe avessero la presa di una racchetta da ping-pong - un commento innocente che ha rappresentato una svolta. Corse a casa, tagliò il materiale di gomma di una racchetta e avvolse le strisce intorno alle sue scarpe con degli elastici. Quando uscì per calciare una palla sotto la pioggia, sentì la palla stridere a causa della presa supplementare. Sapeva di aver inventato qualcosa di rivoluzionario.
All'epoca nessun altro sembrava dargli ragione. Aveva sviluppato i suoi prototipi ma tutti quelli a cui li aveva presentati avevano rifiutato l'idea. Ci volle un video del mito del calcio tedesco Franz Beckenbauer che si allenava sulla neve per convincere adidas a firmare il brevetto. Nacque così la Predator. Johnston non sapeva che la sua invenzione avrebbe praticamente salvato adidas dal fallimento.
Al suo ritorno a casa, i tifosi inglesi interpretano quel gesto come un vero e proprio tradimento: Beckham diventa il nemico pubblico numero uno. Durante la Premier League 1998-99, il "salvatore delle paria" viene fischiato di continuo quando si allaccia le sue Predator lontano dall'Old Trafford. Quei momenti rappresentano probabilmente il momento più buio della carriera per Beckham. Ma negli anni successivi è riuscito a riconquistare l'affetto del pubblico e questo lo ha reso il giocatore che è stato. Questa metamorfosi si riflette anche sulle sue scarpette: proprio come il ragazzo è stato costretto a diventare un uomo, anche le Predator iniziano ad essere davvero speciali.
Il design delle Predator Accelerator era in anticipo sui tempi. Era audace e sorprendente, con una suola traslucida che rendeva particolare la parte in cuoio. Le three stripes, invece, erano le più grandi mai viste fino a quel momento: assomigliavano a tre ampie pennellate, quasi come se si volesse anticipare il tema dei creator tanto caro adesso al brand tedesco. Anche la posizione dei lacci scelta da adidas è innovativa: in quel particolare modelli sono quasi sulla parte esterna della scarpa, sempre per lasciar più spazio possibile alla zona di impatto e per permettere a chi la indossa di effettuare tocchi ad effetto.
Beckham è uno dei giocatori che ha tratto più vantaggio da questa scelta di adidas. Nella finale di Champions League del 1999, quando il cronometro segnava 90’, lo United era sotto 1-0 contro il Bayern Monaco. Nel giro di tre minuti, però, cambiò il mondo: il Manchester riuscì a ribaltare il risultato grazie ai gol di Teddy Sheringham e Ole Gunnar Solskjær, entrambi assistiti da David Beckham. È impossibile affermare che l'effetto di quei cross sia direttamente collegato alle Predator Accelerator di Becks, ma la storia parla chiaro: il giro che presero quei due palloni permise allo United di laurearsi campione d'Europa.
Predator Precision
Tra i tanti prodotti adidas, la Predator Precision trova il suo giusto spazio. Lanciate nel 2000, le strisce adidas erano ancora più larghe e comparivano tutto intorno alla scarpa. Hanno ispirato le sneaker Sobakov, dimostrando un crossover nella sneaker culture che poche scarpe da calcio sono state in grado di fare. Ma soprattutto, le Precision erano lo strumento con cui Beckham ha segnato il gol più importante di una carriera che stava sbocciando definitivamente.
Per i tifosi inglesi, però, Becks doveva ancora scusarsi per quell'episodio del 1998. Il mondiale in Francia è stato considerato un fallimento catastrofico e il peso di questa colpa è caduto interamente sulle spalle - e sui piedi - di Beckham. Quell'Inghilterra era considerata una delle squadre con più potenziale e ci si aspettava che nel 2002 sarebbero tornati più forti e più determinati. La strada per la qualificazione, però, si complica: al 92esimo la Grecia è avanti 2-1 ed è pronta a festeggiare uno degli upset più incredibili di sempre. Allo scadere, però, una punizione di Beckham finisce in un angolo quasi impossibile da trovare e gli inglesi si qualificano. Per Beckham - e per le Precision - è il momento di rivendicare il proprio posto nella storia: stile e redenzione.
Predator Mania
A questo punto, era chiaro che sia Beckham che le Predator erano speciali. La Predator Mania, uscita nel 2002 in vista della Coppa del Mondo nippo-coreana, è ancora oggi venerata come il modello più iconico della collezione. Come ogni modello che l'ha preceduto, era in anticipo sui tempi: futuristico nei suoi contrasti cromatici, con un tacco protettivo, una lingua più lunga e un design molto più snello. La cosa più importante è stato il passante elastico che ha legato la linguetta al fondo della scarpa - il classico stile Predator.
Allo stesso tempo, la mania di Beckham stava anche attraversando una nuova dimensione. Indossando il mitico color ”champagne”, il suo stile superava qualsiasi cosa fosse stata vista da un calciatore in precedenza. Beckham era il nome più ricercato nel calcio, sia per le sue imprese sul campo che per il suo astronomico potenziale commerciale fuori dal rettangolo di gioco. Dopo aver vinto quello che sarebbe stato il suo ultimo titolo in Premier con lo United nel 2003, il suo rapporto conflittuale con Ferguson ha aperto la porta alla più grande mossa della sua carriera, diventando ufficialmente un galactico nell'estate del 2003.
È stato il coronamento di una carriera davvero speciale. La Predator è sopravvissuta altri due anni prima di essere sospesa a favore dell'ACE, ma la lucentezza e l'originalità che l'avevano resa così attraente per tanto tempo erano ormai andate perse.
Da quando si è ritirato dal calcio, Becks ha cominciato a rendere omaggio alle scarpe che ha indossato per tutta la sua carriera. Nel 2017, adidas ha pubblicato un remake di Predator Mania color "champagne" di Beckham. Più tardi nello stesso anno, Becks ha pubblicato la sua prima collezione capsule Predator, con un Predator Accelerator rimasterizzata, la scarpa con cui aveva vinto la sua unica Champions League. Due anni dopo, per celebrare i 25 anni di Predator, Becks ha lanciato nuovamente le Precision, con cui aveva segnato quel leggendario gol di punizione contro la Grecia e, insieme a Zidane, ha co-creato il Predator 19. Il rapporto tra le due leggende Preds e Becks, per fortuna, va ancora avanti.
Nel tessuto stesso delle Predator c'è David Beckham. Fin dall'inizio, lo storico stile delle Preds vantava una presa e un controllo extra grazie a progressi tecnologici innovativi. In Becks hanno trovato il giocatore perfetto, che ha conquistato il mondo sia in campo che fuori. Su 11 modelli in 19 anni, lo hanno accompagnato attraverso tutti i suoi alti e bassi, e come i suoi perfetti calci di punizione sono cruciali per la sua leggenda. Proprio come David Beckham non è solo un calciatore, le adidas Predator non sono solo scarpe da calcio. Sono molto, molto di più.