Le migliori esultanze calcistiche rubate all'NBA Le superstars dell'NBA hanno creato una gestualità talmente iconica da esser copiata anche dai calciatori

Le esultanze per un gol segnato rappresentano da sempre un modo attraverso le quali un giocatore può esprimersi e creare un proprio marchio di fabbrica proprio come un tiro a giro o un'acrobazia volante. Dal SIUUU di Cristiano Ronaldo alla mano all'orecchio di Luca Toni il modo di celebrare per un'attaccante è diventato una icona da usare per amplificare la propria immagine tanto quanto i gol realizzati sul campo da gioco. Il calcio però presenta ancora qualche difficoltà nella propria capacità di rendere i giocatori dei veri e propri brand rispetto, ad esempio, agli sport statunitensi nei quali c'è molta più attenzione nella costruzione dell'immagine. 

Tanto che le esultanze colorate, iconiche e spavalde delle superstars NBA, atleti fuori scala che con le loro personalità strabordanti, sono diventate così rappresentative da rendere anche i migliori giocatori di calcio del pianeta degli appassionati imitatori.

 

 Beto Betuncal - The Silencer

Beto Betucal ovviamente non è stato il primo a riprendere la più celebre esultanza di LeBron, anzi in ordine cronologico è decisamente l’ultimo. Prima di lui si erano esibiti nel passo con le ginocchia alte e i palmi delle mani bassi atleti del livello di Usain Bolt, Nick Kyrgios e Derrick Henry e tra i calciatori il Chicharito Hernandez e Christian Benteke, il più simile come caratteristiche all’attaccante dell’Udinese.


La più famosa è arrivata dopo un gol nella comoda vittoria del Barcellona contro il Real Betis, una partita nella quale sapeva già di avere alte possibilità di segnare tanto da accordarsi con un massaggiatore per farsi portare dei coriandoli blugranata con i quali replicare il celebre Chalk Toss di LeBron. La pratica con la quale James entrava in clima partita prima sbattendo e poi lanciando in aria la polvere di talco davanti al tavolo dei segnapunti. Un'immagine che è diventata il brand di LeBron, fino a incorniciare il palazzetto di Cleveland dopo l’incredibile vittoria del titolo NBA nel 2016 e che Griezmann ha voluto inserire nella sua pinacoteca da fanboy dell’NBA.