
Storia delle maglie del Senegal L'estetica della nazionale che è riuscita ad aggiudicarsi l'ultima Coppa d'Africa
Quello di ieri sarà un giorno impossibile da dimenticare per i tifosi del Senegal, che per la prima volta nella loro storia sono riusciti a vincere la Coppa d'Africa dopo innumerevoli e cocenti delusioni superando l'Egitto. Una finale tesa e sentita da parte di entrambe le squadre in campo, che poteva sbloccarsi quando Abdelmonem ha regalato un rigore agli avversari, poi fallito da Manè e conclusasi sempre ai rigori dopo le reti inviolate dei tempi supplementari. Un trofeo voluto e cercato, dopo averlo solamente sfiorato nel 2019, nella finale persa nei primi minuti con l'Algeria di Mahrez.
A definire l'estetica della nazionale africana negli ultimi 15 anni è stata PUMA, un dominio iniziato nel 2006 ed interrotto solo nel 2017 da Romai, brand nato negli Emirati Arabi Uniti. Il marchio tedesco ha accompagnato il Senegal fin da quando la nazione africana ha abbandonato Le Coq Sportif, che aveva realizzato le prime divise con il quale i Leoni di Teranga si sono rivelati al mondo. Il Senegal è una delle selezioni che ha sempre mostrato tantissimi colori e originalità nelle sue divise, sperimentando e proponendo template e design sempre diversi con ogni brand, da PUMA a Le Coq Sportif.
Le origini con Le Coq Sportif
Il kit home indossato nell’edizione del 2017 probabilmente è uno dei più particolari, con il ritorno del leone stilizzato. Romai ha disegnato una maglia a fondo bianco con una manica sinistra verde, mentre sul lato destro spicca la testa stilizzata di un leone pronto ad azzannare i suoi rivali, simboleggiando la fame di calcio che si vive in Senegal. Un rapporto conclusosi però in maniera disastrosa, senza spiegazioni ufficiali e pochi mesi prima della competizione più importante al mondo, il Mondiale. Un altro strano e inspiegabile episodio nel travagliato rapporto tra nazionali africane e kit suppliers.