Com’è cambiata l’estetica delle figurine Panini nel corso degli anni Iniziata quasi per caso nei primi anni ‘60, la tradizione ora incontra la modernità del digitale e degli NFT

Sin da quando i fratelli Panini di Modena acquistarono un vecchio lotto di figurine delle edizioni Nannina e rivendendole in comode bustine a 10 lire l’una, l’album Panini ha accompagnato e definito l’estetica del calcio italiano. La cerimonia dell’incollatura, l’attenzione certosina ai bordi, il mercato dei doppioni; le figurine raccontano i volti e le generazioni del campionato italiano come nient’altro, e le figurine in Italia sono sinonimo di Panini.

Il primo album risalente alla stagione 1961-62 è al giorno d’oggi da considerare come un vero e proprio cimelio per i collezionisti, ed è ciò che può essere considerato come la vera e propria nascita del mondo dei collectibles in Italia. Una storia che ha attraversato le epoche rinnovandosi costantemente e rimanendo un ponte tra i nuovi e i vecchi appassionati di calcio.

Come sono cambiate le cover negli anni


Nell’ultimo anno, la crescita di piattaforme digitali come SoRare ha rischiato di far perdere la passione a molti millennials che nell’arco della propria adolescenza avevano collezionato figurine cartacee. Quindi per la collezione 2021/22 dei calciatori, Panini ha deciso di portare ad un livello superiore la pratica di attaccare figurine su un album, perché grazie soprattutto all’affermarsi di un mondo iper digitalizzato, anche la più folkloristica delle tradizioni rischia essere stravolta.

Chissà se l’azienda italiana non abbia mandato a tutti gli effetti un segnale per poter seguire a ruota il fenomeno di SoRare e degli NFT. Orientandosi al futuro e adottando questa prospettiva, l’azienda Panini potrebbe avere in mente di approdare già dal prossimo anno nell’ormai macrocosmo della blockchain, presentandosi con un più che consolidato mark-up, e avendo dalla propria il fatto che non ha mai dovuto impiegare grande fatica nell’ottenere licenze e diritti vari dal mondo del calcio. Questa svolta decisiva da parte dell’azienda conferma come si può essere in grado di affermarsi nel nuovissimo mondo del “phygital”: da un alto continuare ad affermarsi come azienda leader nel mondo del collezionismo cartaceo, dall’altro avvicinarsi al digital in maniera più smart e onesta possibile, dando il meritato spazio a calciatori e leghe che non vivono perennemente sotto le luci della ribalta.

Panini potrebbe aver trovato una strategia a basso profilo di approcciare al digital senza abbandonare il proprio core business cartaceo, continuando a disegnare i bordi nei quali gli italiani possono incollare il loro amore per il gioco più bello al mondo.