
Quando Juventus e Milan combattevano per il Giro d'Italia Come le squadre di calcio di Serie A si sono sfidate anche nel mondo del ciclismo
Negli annali della storia dello sport italiano, l'anno 1961 si distingue come un periodo straordinario in cui il mondo del calcio e quello del ciclismo si sono incontrati. Al centro di questa convergenza ci furono le azioni visionarie di personaggi come i dirigenti sportivi Vincenzo Giacotto e Giovanni Borghi, che cercarono di fondere le identità delle loro amate squadre di calcio, la Juventus e il Milan, con la cultura ciclistica italiana. La Carpano-Coppi, una squadra che aveva languito nella mediocrità per due anni dopo la partenza del leggendario ciclista Fausto Coppi, subì una trasformazione drammatica sotto la guida di Giacotto. Fondata nel 1956 dal marchio di vermouth Carpano e dal Campionissimo con grande clamore ma scarsi risultati, Giacotto, riconoscendo la necessità di investimenti, convinse la famiglia Turati, proprietaria della squadra, a iniettare ingenti fondi nel progetto.
Tuttavia, il binomio calcio-ciclismo non sarebbe durato a lungo. Problemi normativi legati alla proprietà delle squadre e alla struttura a doppia squadra portarono allo scioglimento della Baratti e la FIDES a strisce rossonere scomparve dopo la fusione con l'altra squadra di Borghi, l'IGNIS, che ora gareggiava con una divisa gialla con un'enorme croce bianca e blu ispirata alla storia dei Tre Moschettieri. La famiglia Turati avrebbe presto staccato la spina anche alla squadra di Carpano nel 1964, ponendo così fine all'incrocio tra calcio e ciclismo. Nonostante ciò, l'eredità del 1961 rimane ancora oggi come il momento in cui il mondo del calcio e quello del ciclismo si sono scontrati per darci una sfida tra Juve e Milan in entrambi gli sport.