
Tutti i segreti del Viola Park della Fiorentina Come la squadra viola ha realizzato uno dei centri d'allenamento più avveniristici in Europa
Era l'inizio del nuovo millennio, marzo 2001 per l'esattezza, quando la Fiorentina guidata da Vittorio Cecchi Gori provava per la prima volta - in modo concreto e deciso, almeno - a salutare i "Campini". Questo il nome con cui in città venivano e vengono tutt'ora chiamati gli spazi, non proprio all'avanguardia, vicino allo Stadio Comunale, in cui i viola hanno svolto a lungo i propri allenamenti. A titolo provvisorio, ma solo in teoria: il club ci si era insediato infatti decenni prima, e nonostante il tentativo del 2001 - naufragato con il fallimento della società - non se n'è andato da lì fino all'inaugurazione del Viola Park, l'anno scorso.
Il club aveva già provato negli anni Settanta e Ottanta, senza fare troppa strada, a traslocare in una nuova struttura, propria. Si pensò prima a Sesto Fiorentino e poi a Pontassieve, ma in entrambi i casi la pratica si archiviò con un nulla di fatto. Il progetto di Cecchi Gori fu invece più concreto: l'acquisizione dei terreni a Bagno a Ripoli, una dozzina di chilometri fuori Firenze, sembrava il punto di svolta tanto atteso, l'inizio di una nuova era; purtroppo, invece, il collasso societario all'orizzonte avrebbe trascinato tutto ciò nella procedura fallimentare, mettendo in stand-by la ricerca di uno spazio da adibire a centro sportivo.
Oltre ad accrescere il valore del club e ottimizzare lo svolgimento delle sue attività, disporre di un'area e un centro sportivo del genere rappresenta chiaramente un "plus" in termini di appeal e status del club. Un luogo in cui i giovani possono conoscere la vera essenza della "fiorentinità" e avvicinarsi alla squadra, alla sua storia e ai suoi progetti futuri. Il Viola Park, del resto, è stato pensato e realizzato proprio per questo: unire il passato, il presente e il futuro di una delle squadre con più storia e blasone del calcio italiano. Aprendo ai tifosi e a tutti i membri del club le porte di un centro che, finalmente, ha reso l'appartenenza alla Fiorentina qualcosa di speciale non solo in senso astratto, ma anche nel quotidiano.