Come comunicare nel calcio: il caso del Fussball Club Südtirol Intervista a Manuel Insam, social media manager della squadra trentina di Serie C

Con l’ultimo pareggio in casa contro il Cesena, il Fussball Club Südtirol ha dovuto rinunciare alla possibilità di salire in Serie B tramite promozione diretta. La squadra di Bolzano potrà provarci ai play off, e considerato quanto visto finora sui social, ci sarà da divertirsi. Perché il Fussball Club Südtirol è un club speciale.

Si definiscono una società atipica e hanno ragione. Non tutti i club in Italia - soprattutto in Serie C -hanno un magazine cartaceo, un profilo Tik Tok e un podcast propri. Per capire le scelte di comunicazione e l’impostazione social del Südtirol ne abbiamo parlato con il suo addetto al marketing e ai social media, Manuel Insam. 

 

Manuel, il Südtirol è una delle squadre più interessanti della Serie C per diversi motivi; su tutti, il fatto di essere la squadra di una realtà geografica particolare. Non capita tutti i giorni di incontrare una squadra bilingue. In considerazione del vostro bilinguismo, come avete deciso impostato la comunicazione aziendale, sia interna che esterna? 

 Il Südtirol è un piccolo club ed è tifato soprattutto a Bolzano, che non è una grande città, ma a livello sportivo, in generale, siamo la squadra di tutto l’Alto Adige e non solo di Bolzano. Il calcio permette di unire le persone grazie alla passione e allo stadio si ritrovano insieme le tre comunità linguistiche locali, che sono l’italiano, il ladino e il tedesco. Questo si riflette anche nel merchandising, per cui dobbiamo lavorare a dei prodotti customizzati con delle lingue diverse. 

Nonostante ci siano tre lingue parlanti siamo tutti uniti, e anche a lavoro, siamo equamente divisi in persone di madrelingua tedesca e di madrelingua italiana, ma è una cosa che ci aiuta e ci arricchisce: possiamo conoscere altre tradizioni, modi di fare e capire le differenze. Né fra tifosi né nel club abbiamo mai avuto problemi da questo punto di vista.

Avete ristrutturato lo stadio nel 2019 e sul sito avete messo in bella mostra "pronto per la Serie B". L'idea di un upgrade come club immagino parta da molto lontano e i risultati sembrano darvi ragione vista la prossimità alla testa della classifica. Siete un club piccolo nel panorama della Serie C, come avete strutturato il percorso di crescita?

Il Südtirol fa parte del professionismo da vent'anni. Abbiamo vinto la C2 nel 2010 e da lì siamo stati sempre presenti nella C e, dopo aver lottato per la salvezza, da cinque o sei anni stiamo nelle zone dell’alta classifica. Il nostro segreto è stato non fare mai il passo più lungo della gamba, così, ogni anno, la società è riuscita ad aggiungere un piccolo pezzo e raggiungere i vertici alti della classifica. L’obiettivo della società è chiaro, ed è fare la Serie B: sono necessarie infrastrutture giuste e il vecchio stadio Druso non poteva ospitare la seconda divisione. Con l’idea di fare il salto di categoria abbiamo iniziato ad ampliarlo e stiamo portando la capienza a 5 mila.

Abbiamo lavorato anche a un nuovo centro sportivo, che si trova ad Appiano, a 10 minuti da Bolzano. E’ il nostro quartier generale, con 5 campi di allenamento, gli uffici, palestra fisioterapia. Tutta la società lavora nel centro sportivo e per noi è un vantaggio anche logistico perché si crea familiarità e non dobbiamo correre attraverso mille intermediazioni. E poi è bellissimo, è immerso nei boschi.