
5 maglie che sono state modificate a stagione in corso Come le regole rovinano l'estetica delle nuove maglie
La stagione dei nuovi kit è stata e continua ad essere piena di spunti interessanti, con le ultime release che mostrano nuovi trend e nuove idee stilistiche. Alcune delle nuove maglie, però, hanno già subito delle modifiche sostanziali rispetto a ciò che hanno prodotto i designer circa un anno e mezzo fa. Il principale motivo è l'assurdità di regolamenti redatti in un'epoca calcistica - e anche estetica - completamente diversa se paragonata a quella che stiamo vivendo, con normative obsolete che non matchano assolutamente né con le nuove tendenze e né con i nuovi obiettivi dei club. Ad ogni livello, che si tratti di Serie A, di UEFA, di FIFA o di Premier League, alcune regole stravolgono in alcuni casi il lavoro di ricerca che i designer eseguono per arrivare ai concept kit che passano poi al vaglio delle squadre. Immaginare che una squadra, nel 2021, non possa indossare una maglia con maniche di colore diverso che non intacca minimamente la giocabilità, è impensabile. Non è comprensibile come, nonostante ci siano delle regole sacrosante da rispettare soprattutto a livello cromatico, piccoli dettagli possano essere al centro di modifiche obbligatorie. Tra i tanti casi, cinque sono i più eclatanti.
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La bonus track è dedicata alle nazionali che nell'ultimo anno hanno avuto problemi con le divise. In ordine cronologico, la Cina ha lanciato le nuove maglie Nike nel marzo del 2020 ma nell'ultima partita (vinta 7-0 contro il Guam) c'è una modifica sostanziale ad un dettaglio del kit: via il logo della federazione cinese e dentro la bandiera della nazione. Una scelta che ha fatto molto discutere e che è ancora avvolta in un alone di mistero. Spostandoci nell'Est Europa, agli ultimi Europei sia l'Ucraina che la Macedonia del Nord hanno cambiato. La nazionale allenata da Andri Ševčenko, per via di una frase - "Gloria ai nostri eroi" - presente nel colletto ha dovuto cambiare maglia. Il verso, denunciato dalla Russia, fa parte un canto patriottico utilizzato durante la rivolta popolare anti russa a Maidan nel 2014, quando Viktor Yanukovich fu cacciato dall'Ucraina. Dulcis in fundo, la strana storia del kit che Joma ha prodotto per la nazionale macedone in occasione della prima storica apparizione alla fase finale di un europeo: dopo appena un giorno dalla release delle nuove maglie, i tifosi macedoni hanno protestato così a gran voce contro la Federazione per aver accettato maglie granata e non rosse come vuole la tradizione del Paese che il presidente Muamed Sejdini è stato costretto a formalizzare la richiesta alla UEFA per ristabilire le divise del 2016.