Quando i calciatori scendono in campo in maschera Le maschere protettive servono per tornare il prima possibile ed allo stesso tempo sono diventate oggetti di culto

Il travestimento è da sempre una classica tradizione del Carnevale, ma in situazioni particolari anche i calciatori hanno avuto bisogno di scendere in campo indossando e mettendo in bella mostra una maschera e non per festeggiare il Martedì Grasso. Da non confondersi con le mascherine con le quali conviviamo a causa della pandemia, bensì sono un accessorio che somiglia molto più a quello indossato sul volto da Zorro per proteggere la sua vera identità. Nel mondo del calcio, la funzione di queste maschere è quella di proteggere i giocatori dopo che hanno subito una botta contusa al volto, sono finiti sotto i ferri per sistemare quasi sempre una frattura e che poi vogliono tornare in campo quanto prima per aiutare la propria squadra. 

I dispositivi moderni sono molto meno invadenti rispetto a quelli del passato che disturbavano in modo evidente le prestazioni dei calciatori che li indossavano. Enormi, pesantissimi, che non permettevano una visuale ottimale in campo e che erano anche bruttissimi alla vista. Oggi, invece, le nuove maschere protettive sono fatte in fibra di carbonio, leggerissime, piccole e fabbricate e stampate su misura per il volto del giocatore. Grazie a questi nuovi strumenti, chi si ritrova invischiato in un brutto infortunio al viso non deve per forza aspettare troppo tempo prima di poter tornare a calcare il terreno di gioco, ma presentarsi come un supereroe in cerca di rivalsa. Nel corso degli anni, sono stati svariati i calciatori costretti a indossare queste maschere che ormai vengono personalizzate per l’occasione.

La doppia maschera di Osimhen 

Frattura del setto nasale anche per Mandzukic, durante il match del 2014 tra l’Atletico Madrid e l’Olympiacos. Un infortunio, però, che a modo suo fece la storia visto che il croato fu il primo calciatore a utilizzare una maschera in fibra di carbonio dell’azienda Podoactiva, che finora aveva prodotto solo materiali per l’aeronautica militare. Il dispositivo era fatto in modo che, anche se danneggiato, non avrebbe creato schegge che potessero mettere in pericolo l’incolumità di chi la indossava. La maschera di Mandzukic, nello specifico, era personalizzata con lo scudetto dei Colchoneros sulla fronte, le lettere “MM” - iniziali del croato - e i numeri 9 e 17.