I cibi vietati dagli allenatori Stranezze e idiosincrasie degli allenatori in cucina

Chi ha praticato sport a livello amatoriale o continua a farlo, sa che un minimo di sacrificio - alimentare soprattutto - è indispensabile. Se il vostro allenatore vi dice di smettere con i maritozzi la mattina prima delle partite, pensate che in Inghilterra vi proibirebbero di utilizzare il ketchup. Il ketchup, per chi non lo sa, nel Regno Unito è una salsa sacra tanto quanto la mostarda. 

Il cibo e in generale il food&beverage sono la nuova frontiera dell'hypebeast, che dopo aver imparato tutto quello che c'era da conoscere su sneakers e collabo si è spostato in cucina tra vini, gin, carne kobe e stellati Michelin. Una fissazione che rasenta quella degli allenatori di calcio, anche se per altri motivi. Antonio Conte, per esempio, ha tradito l’Inghilterra portando via il ketchup dalla dieta dei suoi giocatori, Steven Gerrard all’Aston Villa ha fatto lo stesso. Lo fece anche Fabio Capello quando era il Commissario Tecnico della nazionale inglese, via burro e ketchup. Dicono lì sia iniziata la crisi interna che gli ha messo contro lo spogliatoio costringendolo quindi a dimettersi. 

David Moyes ha proibito le patatine fritte, cibo in effetti abbastanza inusuale per uno sportivo, mentre una delle storie più comiche è quella di Arsene Wenger, che per anni ha proibito il consumo di cioccolata sia nello spogliatoio che durante i pasti. Giovanni Trapattoni, invece, aveva tolto i funghi dai piatti dei giocatori della nazionale irlandese senza molte spiegazioni a riguardo. Alcuni anni fa Jordi Alba spiegò come dal 2014, grazie al nutrizionista del club, è riuscito a migliorare la sua condizione fisica e ad evitare gli infortuni. Questo mentre Luis Enrique, suo allenatore ai tempi, aveva un piano alimentare predefinito che non si sposava con il suo fisico e le sue esigenze caloriche. 

Come le ripetute sui gradoni o le sedute con il pallone, l'imposizione da parte di un tecnico di una dieta ben definita è una parte chiave del suo modo di allenare. Come ormai succede per lo stile degli outfit o nella comunicazione pre e post gara, allo stesso modo l'approccio all'alimentazione è sempre più ricercato e studiato e va oltre le semplici idiosincrasie e scaramanzie. Anzi è fondamentale per riconoscere se stessi e per migliorare il proprio lavoro insieme a quello della squadra. Perché alla fine, nel calcio, la performance non è più solo una questione di campo.