
Guida cromatica al Giro d'Italia 2019 Conoscere i colori delle maglie è fondamentale per capire le tattiche nella gara di ciclismo più famosa d'Italia
Il Giro d’Italia numero 102 ha già terminato la sua prima settimana e, oltre allo spettacolo sportivo offerto dai ciclisti contornato dallo spettacolo paesaggistico offerto dal paese più bello del mondo (quest'anno si parte da Bologna e dopo oltre 3500 km si arriva a Verona, il prossimo 2 giugno), c’è sempre un bellissimo colpo d’occhio regalato dai colori delle maglie indossate dai corridori, 176 divisi in 22 squadre diverse.
La corsa Rosa presenta infatti una gamma cromatica che va ben oltre al colore della sua principale maglia, il Rosa appunto, ed ha negli anni assegnato altri “colori” ai vincitori delle altre classifiche parallele alla classifica generale: la maglia azzurra, bianca, ciclamino e, per un periodo, la mitica maglia nera. Oltre che un significato storico, però, riconoscere i colori delle varie formazioni è fondamentale per la comprensione della logica di corsa: questa guida oltre che spiegare le origini e aneddoti legati alle maglie, vi aiuterà ad individuare a comprendere meglio come i professionisti gareggiano seguendo dei movimenti nel gruppo ben precisi.
ROSA
Il Rosa è il colore principale della corsa, ma se pensate che sia sempre stato così vi sbagliate: il Giro nacque nel 1909 ma solo nel 1931 venne introdotta la Maglia Rosa. Fu il giornalista Armando Cougnet, primo organizzatore e ideatore della corsa, ad avere l’idea di istituire la maglia di leader della corsa per permettere al pubblico di individuarlo. Già al Tour de France il leader indossava la maglia gialla e, prendendone l’ispirazione, si decise di utilizzare il rosa che era già allora il colore delle pagine della Gazzetta dello Sport, da sempre organizzatore della corsa.
La tonalità di rosa non è mai stata la stessa negli anni: la prima era di rosa smunto e fu indossata da Learco Guerra che nel 1931 vinse la tappa Milano-Mantova, era di lana grezza, a collo alto e pesava circa 3 etti.
Le fibre sintetiche comparvero solo negli anni Settanta e da due anni la Maglia Rosa viene prodotta da Castelli Cycling, marchio leader nell’abbigliamento da ciclismo che ha collaborato anche con Supreme. Diventata sempre più leggera e tecnica, l’ultima innovazione è stata presentata quest’anno con Intimissimi: la collaborazione con il brand di intimo è il primo sponsor interno, presente sotto la zip e visibile solo a maglia slacciata a contatto diretto con l’atleta, richiamando lo slogan “vivi l’emozione sulla tua pelle”.
NERO
Ci sono i ciclisti che, dalla prima tappa, non aspettano altro che arrivare in montagna per potersi giocare la vittoria finale, e altri che tappa dopo tappa arrancano nella parte finale del gruppo. Spesso sono i più giovani o quelli che devono fare i "lavori sporchi" per la squadra, come andare all'ammiraglia per prendere le borracce e i rifornimenti di cibo facendo la spola tra la macchina e i propri compagni in gruppo.
Dal 1946 al 1951 si scelse di assegnare la maglia nera, indossata dall’ultimo in classifica generale per celebrare e rispettare lo sforzo compiuto da tutti durante la corsa.
Il nero non era scelto per indicare la “pecora nera”, ma deriva da una squadra calcistica. Questa maglia fu ispirata infatti da Giuseppe Ticozzelli, calciatore che nel 1920 decise di partecipare al Giro come indipendente, indossando la maglia del Casale, squadra in cui giocava, che era appunto di colore nero.
Sparita dal Giro d’Italia dopo soli 5 anni dalla sua introduzione poiché ben presto divenne troppo popolare: i ciclisti si davano infatti battaglia per arrivare ultimi e aggiudicarsi, oltre ad un premio economico, un vero e proprio simbolo amato dai tifosi. Questi sono gli unici che ancora oggi considerano la “maglia nera virtuale” mentre l’organizzazione, per ricordare questa tradizione storica, introdusse solo per l’edizione del 2008 il “numero nero” portato dall’ultimo in classifica.