Mathieu Flamini e la responsabilità sociale dei calciatori Intervista all'ex centrocampista dell'Arsenal e fondatore della GF Biochemicals

Non c'è più solo il calcio nella vita dei giocatori. La lotta alle disuguaglianze sociali, la sensibilizzazione sul cambiamento climatico e l'importanza della sostenibilità sono alcuni dei nuovi interessi del calciatore moderno, anche se c'è chi, queste cose, ha iniziato a interessarsene da diversi anni. Mathieu Flamini, infatti, durante la sua carriera di calciatore si è occupato anche di altro. Dal 2008, è founder e project manager di GF Biochemicals, un'azienda che produce derivati dell'acido levulinico (solventi a base biologica) per combattere l'impatto negativo dei prodotti petroliferi nell'industria chimica - che sono derivati da impianti e rifiuti agricoli. I solventi a base biologica sono sostituti sicuri e in grado di ridurre il monossido di carbonio (CO2) rispetto agli operatori storici a base di petrolio.

Dall'acqua, come tutto, nasce l'interesse e la missione di Flamini per la sfida ambientale. È da bambino, infatti, che sulla costa marsigliese (dove è nato) vive personalmente il dramma dell'inquinamento marino, e proprio guardando alle condizioni del Mediterraneo arriva la sua sfida contro la plastica e l'inquinamento. Una sfida personale che, nel tempo, si unisce a quella globale. Nel frattempo, ha trovato l'interesse del compagno di squadra dell'Arsenal Mesut Özil, che insieme a Flamini progetta la formula per combattere le disuguaglianze sociali e il cambiamento climatico attraverso la sensibilizzazione e l'educazione delle persone su come avere uno stile di vita sano. Non puoi vivere sano se anche la Terra non è sana.

Alcuni giocatori come Dybala e Bellerin si sono dimostrati attivi socialmente. Con quali giocatori ti confronti o parli di temi extrasportivi?

Con Bellerin abbiamo fatto un podcast tre mesi fa in cui abbiamo parlato dell'ambiente. Cose di questo tipo mi fanno molto piacere. Vedere giocatori come lui alzarsi e mobilitare le persone che lo seguono per creare un ricambio di mentalità è un gesto fondamentale e che dovrebbe essere di ispirazione per tutti. Spero infatti che giocatori come lui ispirano altri atleti per parlare di più. Anche Mesut Özil ha lavorato molto con me.  

Esatto. Mesut Özil è stato un tuo compagno di squadra, ma adesso è anche un tuo partner commerciale. Avete lanciato insieme il progetto 'Unity', una piattaforma per il miglioramento della salute delle persone e che sensibilizza sui temi ambientali. Un'iniziativa importante.

Siamo amici dai tempi dell'Arsenal e ha sempre avuto progetti legati alla lotta delle disuguaglianze sociali. Lui lo vive come una questione fondamentale, mentre fra i due io ero più legato all'ambiente. In comune abbiamo che siamo atleti e che condividiamo la consapevolezza che spiegare come stare in salute può salvare una vita. Noi parliamo di healthy living: avere una vita sana può salvarti da molte cose. Io, Mesut e altri atleti siamo molto fortunati per avere accesso a informazioni su come stare in forma. Sentiamo dottori, nutrizionisti, mental coach e questi ci aiutano a essere al massimo nel nostro lavoro, dato che siamo performer. Abbiamo capito che la prevenzione è fondamentale. Per questo la nostra attività è importante: con i social e internet la gente non si informa bene, non sempre si trovano informazioni verificate. Abbiamo voluto creare una piattaforma che dia a tutti la possibilità di imparare come vivere meglio. Così noi abbiamo la possibilità di condividere informazioni affidabili basate sulla nostra esperienza di sportivi e sul parere di esperti, essendo tutte informazioni verificate da esperti e accademici.

Chiudiamo con un aspetto più personale. Le squadre di calcio sono ormai delle aziende a tutti gli effetti. Adesso sei un leader di un'azienda di un altro tipo e continui a lavorare a contatto con le persone. Per il tuo ruolo attuale quanto ritieni sia stato utile l'aver vissuto lo spogliatoio di una squadra di calcio?

Disciplina, dedizionee spirito di squadra. Questi sono i valori che ho imparato dal calcio. Mi sono allenato per arrivare e rimanere sempre al top, ai massimi livelli, quindi ho lavorato soprattutto per migliorare le mie performance e gestire la pressione, che a questi livelli è molto alta. La pressione ti aiuta a responsabilizzarti anche fuori dallo sport ed è importante anche quando sei un leader. Fin da giovane frequenti lo spogliatoio, dove ci sono figure più grandi di te ed è da loro che impari a comportarti, soprattutto impari lo spirito di squadra, che in azienda è fondamentale. Ho sempre paragonato il calcio dei massimi livelli alle forze militari: lì hai bisogno di una gran forza mentale, come nel calcio e nella vita.